giovedì 2 agosto 2007

Il Boom del Fotovoltaico - da "La Repubblica" del 01 Agosto 07

di Marco Ratti

La battaglia per l'ambiente sbarca in banca. E, un po' a sorpresa, ecco gli istituti di credito arruolati nel partito delle energie da fonti rinnovabili. La maggior parte delle banche italiane si è gettata, infatti, a capofitto nel business del fotovoltaico: le offerte si moltiplicano e gli impiegati si trasformano in esperti in grado di spiegare tutti i vantaggi, economici e ambientali, di mettere qualche pannello sul tetto di casa.


E ci sono un bel po' di buone ragioni. "La crescita del fotovoltaico sta superando tutte le previsioni", aveva dichiarato qualche mese fa Aldo Iacomelli, segretario dell'International solar energy society Italia. Aggiungendo che entro il 2040 questa fonte energetica garantirà il 24 per cento dell'elettricità globale. Restando in Italia, l'obiettivo del governo di arrivare a 3 mila megawatt entro il 2016, annotava Iacomelli: "Serve a dare un'idea delle potenzialità del settore". Grazie, essenzialmente, alla importante disponibilità della materia prima, il sole. Eppure, al 1 luglio scorso, gli impianti in esercizio in Italia erano 2.788, per una potenza totale di soli 24,4 megawatt. In Germania, invece, nel 2005 si registrava il primato mondiale di quasi 1.430 megawatt installati. E l'insolazione media annua da quelle parti è di circa 700 ore, mentre noi possiamo contare su ben 1.250 ore.


Ma le cose stanno cambiando. Il primo a credere nel progetto fotovoltaico e a spingere sull'acceleratore è stato il governo, che con il decreto del 19 febbraio ha reso questa scelta appetibile. Il nuovo sistema prevede un meccanismo d'incentivazione in 'conto energia': per ogni chilowattora prodotto, il Gestore dei servizi elettrici (Gse) paga da 36 fino a 49 centesimi di euro per 20 anni, privilegiando i piccoli impianti e quelli 'architettonicamente integrati', in cui i moduli, cioè, sono integrati su elementi di arredo urbano.
Il valore della tariffa sale del 5 per cento in condizioni particolari, come nei casi di sostituzione di amianto o di interventi sulle scuole.
Ovviamente, poi, una fetta importante del risparmio sta nella possibilità di non pagare più la bolletta elettrica. Un sistema di compensazione permette anche di non disperdere l'energia prodotta in eccesso e di poterla utilizzare entro tre anni. Il responsabile Gestione e analisi famiglie e privati di UniCredit Banca, Andrea Mencarini, prova a calcolare la convenienza: "Tra mancata bolletta e contributi, ogni anno un privato può portare a casa sui 2.100 euro: circa 1.500 se si prevede una produzione di 3.300 chilowattora (un valore vicino alla media nazionale, ndr) e altri 600 euro per il minor costo della bolletta". Tra Clarima e Banca, Unicredit oggi ha tre prodotti che finanziano il fotovoltaico, e le richieste sono in aumento, anche se ancora limitate a qualche centinaia. Un trend che secondo Mencarini proseguirà: "È previsto che il mercato delle energie rinnovabili raddoppi dal 2007 al 2020 ed è verosimile che il fotovoltaico sarà in espansione".
Già oggi, comunque, è un fatto che diverse banche, dalle più piccole ai grandi istituti, raccontano di un numero di persone che chiede informazioni in crescita "esponenziale". Per un impianto di 3 chilowatt, si devono investire circa 20 mila euro. L'offerta di finanziamenti è molto variegata e spesso comprende anche la consulenza tecnica per individuare le soluzioni più vantaggiose. I tassi di interesse applicati vanno da poco meno del 5 al 7 per cento. Esistono svariate formule di prestiti: in alcuni casi, soprattutto per piccoli impianti, la banca si accontenta di controllare il reddito del cliente; in altri, chiede come garanzia il conto energia. Un modo, quest'ultimo, per dormire sonni tranquilli. Tanto che anche istituti locali riescono a finanziare impianti del genere. Come la Cassa rurale-Banca di credito cooperativo di Treviglio, che col nuovo conto energia ha registrato un aumento di richieste. Spiega il direttore Franco Riz: "Si chiede al cliente di intestare il contributo al conto corrente presso la banca e, se il rimborso è previsto in 20 anni, è possibile che si riesca a coprire così l'intero finanziamento". In questo modo il privato potrebbe farcela senza dover sborsare un euro.

da "La Repubblica" del 01 Agosto 07

Nessun commento: